Anche importanti ONG hanno buone ragioni per votare SÌ
Per le cittadine e i cittadini svizzeri, la protezione dell’ambiente e la sostenibilità sociale sono preoccupazioni importanti. Prima di votare sull’accordo di libero scambio con l’Indonesia, la domanda da porsi è se il nuovo accordo contribuisca al raggiungimento di questi obiettivi. Ma anche quali ONG sostengono il referendum? Uno sguardo al dibattito in corso mostra che l’accordo è visto positivamente da alcune importanti organizzazioni che agiscono per la protezione dell’ambiente e nella cooperazione allo sviluppo.
SWISSAID, per esempio, si è espressa a metà gennaio a favore di tale accordo, che segna un cambiamento di paradigma nella politica commerciale della Svizzera e quindi dovrebbe essere sostenuto. “SWISSAID si schiera per un SÌ all’accordo di libero scambio con l’Indonesia e quindi a favore del legame urgente e necessario tra commercio e sostenibilità”, scrive l’organizzazione umanitaria svizzera. Il Co-Presidente e Consigliere nazionale PS, Fabian Molina, è in prima linea nella campagna a favore di questo accordo. Secondo lui, l’accordo non apre le porte al commercio incontrollato di olio di palma, bensì favorisce un commercio sostenibile, come ha spiegato in occasione della conferenza stampa del comitato interpartitico per il SÌ. Molina ha aggiunto anche che “l’accordo è il più progressivo che la Svizzera abbia mai concluso”.
Anche il WWF dice SÌ
L’accordo è sostenuto anche da organizzazioni che si impegnano per la protezione dell’ambiente. Anche se il WWF non vuole esporsi direttamente nella campagna, sostiene l’accordo. Damian Oettli, Responsabile dei mercati del WWF Svizzera, lo scorso dicembre è stato citato nella rivista “Schweizer Revue” dove si è schierato per un “cauto SÌ” all’accordo. “«Senza l’integrazione dei mercati, i problemi ecologici sono difficili da risolvere»”, ha spiegato. Per il WWF è importante che in futuro l’etichetta RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), per il quale l’organizzazione ha giocato un ruolo fondamentale nella sua creazione, sia considerata un punto centrale quando si tratterà di decidere quale olio di palma potrà beneficiare degli sgravi doganali previsti.
I promotori dell’iniziativa “Per imprese responsabili” ne restano fuori
Quando a novembre, nella combattuta votazione sull’iniziativa “Per imprese responsabili”, un’ampia alleanza di ONG ha ottenuto un rispettabile successo, molti media si aspettavano che gli stessi avrebbero fatto una campagna accesa contro l’accordo di libero scambio con l’Indonesia. Tuttavia, questo non è successo. L’organizzazione Public Eye, per esempio, non ha preso posizione in favore dell’accordo, ma lo ha elogiato. “Il legame delle concessioni doganali con le disposizioni vincolanti in materia di sostenibilità è una novità ed ha un grande potenziale”, scrive l’organizzazione sul suo sito. Inoltre, è stato considerato “inadeguato indire il referendum contro l’accordo con l’Indonesia quale gesto simbolico contro il libero scambio”. Per ragioni simili, i fautori del referendum non hanno ricevuto il sostegno di Alliance Sud.