Una votazione storica
Di Martin Hirzel, Presidente di Swissmem – Associazione dell’industria metalmeccanica ed elettrica svizzera
Alla fine del 2018 la Svizzera, quale membro dell’AELS (Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Norvegia), ha firmato un accordo di libero scambio con l’Indonesia. Diversi esponenti della società civile e dei contadini, nonché quasi 50 tra partiti di sinistra e organizzazioni hanno lanciato il referendum. Le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati alle urne il 7 marzo 2021.
Questo accordo è essenzialmente un accordo di libero scambio (ALS), attraverso il quale circa il 99% dei prodotti rilevanti dell’industria metalmeccanica ed elettrica svizzera (MEM), saranno esenti da dazi doganali. Questo faciliterà in modo significativo lo scambio di merci, visto che i dazi doganali sui prodotti industriali possono raggiungere il 31%. L’ALS darà anche agli esportatori svizzeri un vantaggio competitivo importante rispetto alla concorrenza dell’UE e degli USA, i quali non beneficiano ancora di un accordo simile. Questo va a vantaggio soprattutto delle PMI svizzere, visto che dà loro la possibilità di partecipare al mercato indonesiano dalla Svizzera, creando quindi preziosi posti di lavoro nel nostro paese.
Il libero scambio porta beneficio a tutti i paesi coinvolti
L’accordo con l’Indonesia è una grande opportunità per l’industria manifatturiera svizzera. L’Indonesia è un mercato molto promettente per il futuro. Già oggi è una delle 20 maggiori economie a livello globale ed entro il 2050 si stima che diventerà la quarta potenza economica del mondo. Tuttavia, il libero scambio non è una strada a senso unico. Esso promuove la globalizzazione, grazie alla quale negli ultimi decenni milioni di persone sono riusciti ad uscire dalla povertà estrema. Inoltre, sempre grazie alla globalizzazione si è creata per la prima volta in molti luoghi la classe media. Nei mie anni vissuti in Asia e in Sud America ho avuto la fortuna di assistere a questa incredibile dinamica.
Grazie agli ALS, le imprese che lavorano in paesi come l’Indonesia possono procurarsi tecnologie svizzere efficienti, a basse emissioni, risparmiando risorse e a prezzi inferiori, riducendo così il loro impatto ambientale. Si può quindi concludere che il libero scambio sia economicamente e politicamente vantaggioso per tutti gli attori coinvolti anche perché se così non fosse nessun paese concluderebbe un accordo in questa direzione.
La votazione sull’accordo di libero scambio con l’Indonesia è un passo avanti per il nostro paese. La Svizzera guadagna un franco su due all’estero e con una percentuale di esportazione dell’80%, la sua importanza per le industrie MEM è ancora più forte rispetto a molti altri settori. Il mercato nazionale è semplicemente troppo piccolo per garantire la sopravvivenza delle imprese industriali con i loro circa 320’000 posti di lavoro. Gli accordi di libero scambio sono quindi molto importanti per l’industria e l’intera economia svizzera di esportazione. Nei prossimi anni, ci saranno probabilmente altri referendum su accordi simili (per esempio il Mercosur). Nell’interesse della Svizzera quale nazione esportatrice, abbiamo quindi bisogno di un chiaro SÌ all’accordo di libero scambio con l’Indonesia il 7 marzo 2021.
Questo testo è apparso il 13 gennaio 2021 come contributo al forum nello Schaffauser Nachrichten.